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copertina Feminis, Done Donne. Presenze femminili nella Bassa Friulana

Feminis, Done Donne. Presenze femminili nella Bassa Friulana

a cura di Enrico Fantin e Roberto Tirelli. 2004.

Il volume contiene saggi di: Giuliano Bini, Benvenuto Castellarin, Roberto della Ricca, Giovanna D'Orlando, Enrico Fantin, Franco Gover, Annamaria Pittana, Bruno Rossetto Doria, Anita Salvador, Roberto Tirelli.

“Nella donna è riassunta tutta la maternità di una terra. La Bassa friulana è, quindi, madre e donna, non un concetto astratto o solo geografico. Vi prevale, di conseguenza, l'elemento femminile come sua essenzialità culturale dominante, ma tutto ciò, sino ad oggi, è rimasto dietro le quinte della storia, di tutte le storie che si sono narrate sui paesi e le comunità dalle sorgive alla laguna, di qua e di là dal Tagliamento.

Un conosciuto proverbio friulano ammette che, della casa, vale a dire la famiglia, la donna sostiene ben tre “cjantons”, mentre l'uomo uno solo. Lo stesso, con sincerità, si può affermare della società della Bassa friulana ove, però, sinora, l'attenzione principale è stata riservata alla realtà maschile, lasciando in ombra quella che è stata definita “l'altra metà del cielo”. à la donna, nelle varie stagioni che ha conosciuto questa parte di Friuli, ad essere catena di trasmissione dei valori, come principale depositarla dei sentimenti.

La ragione di questa pubblicazione è di rendere omaggio alla donna della Bassa, a questa sconosciuta protagonista della storia di ieri, nella certezza, purtroppo, che non potranno essere riparate le dimenticanze del passato, dovute non a chi scrive oggi, ma al silenzio delle fonti. Del resto, al nostri giorni, la donna non ha bisogno di intermediazioni maschili per fare la sua storia e lo dimostrano il parallelo intervento di Anita Salvador sulle più umili e di Annamaria Pittana su quella che può essere considerata l'elite social-mondana.

Proprio guardando all'indietro non possiamo che essere stupiti e positivamente meravigliati di come, in poco tempo, sia cambiato la condizione femminile e si possa dire che, in linea di massima, la parità non solo normativa, ma anche nella mentalità, fra i due sessi, sia ormai conseguita. Anzi la donna sta dimostrando di essere tutt'altro che il “sesso debole” e, in misura crescente, conta nella società, nel lavoro e nella famiglia, testimone efficace dello sviluppo di un intero territorio.

La donna - diceva Mazzini - è la carezza della vita. E ciascuno di noi ha nel cuore spose, sorelle, mamme, figlie, nonne, zie, amiche, compagne... E ciò perché quando si parla di una donna serenamente non possono che uscire dei sentimenti forti, ispirati alla bellezza, all'amore, alla dolcezza, all'intelligenza, al coraggio, alla tenacia, alla laboriosità ... A ben guardare è su questi importanti ed irrinunciabili aspetti che si fonda anche storicamente il nostro vivere quotidiano, benché ancora sopravviva quel maschilismo di facciata che porta a facili battute, ma, poi, in concreto, si smentisce.

Per scrivere delle donne della Bassa non si può, pertanto, eliminare la forza dei sentimenti poiché non sono un soggetto sociologico freddo, ma sono esseri vitali ed ogni pagina che segue, da parte dei nostri autori, li esprime, sia fra le pagine della storia, narrando degli episodi di ieri, sia descrivendo il cammino di tante esistenze al femminile.

Forse non si tratta di un compendio completo di quel che è ed è stata l'importanza della presenza femminile in questa parte di Friuli che, solo in questi ultimi anni si va riscoprendo, ma viene messo assieme un mosaico di racconti ove ciascun autore manifesta, al di là delle parole scritte, il riconoscimento definitivo al ruolo fondamentale nella propria vita ricoperto da una protagonista insostituibile ed importante, chiunque essa sia.

In queste pagine non ci sono personaggi celebri, ma prevale quella componente popolare, rurale, di una civiltà quasi scomparsa, e, proprio per questo motivo, da recuperare non solo sotto l'aspetto storico, sociologico o nostalgico: si tratta di riconoscere una volta per tutte la funzione primaria della donna nella famiglia, nel suo rapportarsi con l'uomo, all'interno dell'intera società locale nel mondo del lavoro, della cultura, dell'associazionismo, del volontariato etc.

La condizione femminile sul territorio della Bassa friulana in passato non è stata facile, legata principalmente alla finalità riproduttiva, quindi alla trasmissione della specie, ove la fecondità appare la dote dominante in ambiti prevalente- mente agricoli ove conta il numero delle braccia che lavorano. la terra e la donna producono frutti, “fruges”, “fruts”, la terra e la donna li allevano, li educano.

È così nella lunga antichità poiché qui non siamo né ad Atene, né a Roma, né nei principali centri urbani del mondo allora conosciuto ove etere o matrone, imperatrici o ballerine, comunque, riescono ad affermarsi. Le prime civilizzazioni che si installano nella Bassa divinizzano la fecondità nei loro riti naturalistici, identificando la donna con la luna e l'acqua, con la natura che dà frutti. il ciclo della luna, che regola il tempo, è il ciclo femminile che regola la vita umana.

Per capire quel che poteva essere la situazione dell'antichità l'unico confronto valido è quello con le società primitive ove la donna, sottomessa al ruolo egemone dell'uomo, è considerata un essere inferiore, cui affidare mansioni servili.

Noi siamo abituati, con visioni storiche abbastanza limitate e parziali, a considerare, nel momento in cui parliamo del Friuli dell'antichità, solo quel che accade nel contesto urbano di Aquileia, città cosmopolita, ricca ed evoluta, ma non a quel che si manifestava nelle campagne di molto arretrate.

La donna, che poi, come parola, deriva da “domina” cioè padrona di casa (domus, infatti, è la casa) non esiste nella generica massa servile della “familia rustica”. La donna, negli eventi bellici, è sempre preda del vincitore. È, comunque, serva di tutti, senza alcuna tutela.

Solo nel V -VI secolo la diffusione del cristianesimo porta dei cambiamenti… ”.

(Dalla introduzione di Roberto Tirelli).