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La storia e la lotta antimalarica nella Bassa friulana Benvenuto Castellarin,
Enrico Fantin,
Reinhard Härtel,
Giorgio Milocco,
Roberto Tirelli

La storia e la lotta antimalarica nella Bassa friulana

ai pionieri delle bonifiche,
in particolare agli umili braccianti e scarriolanti

a cura di Enrico Fantin

LA MALARIA

Un sgrisolon pa la vita;
un scur tai vui;
'na flacja ch'a ti soncja li' giambis;
a è rivada; a è i: la malaria!
Pojat a l'ombra da la falsa,
cun soreli ch'al fa cricâ i spics,
soi chi speti' ch'a mi passi,
parsé chi no voi piardi la zornada,
'na zornada di forment!
Ma la fievra a va su:
bisugna zi a cjasa
sul cor dal misdì
cul soreli ch'al insiminis.
I compais a mi vuardin
displazins a zi via.
Signor, al è propiu sudat
il nostri pan!

Walter Rogato

LA MALARIA

Un brivido per il corpo;
uno scuro negli occhi;
una stanchezza che ti taglia le gambe;
è arrivata; è proprio lei: la malaria!
Appoggiato nell'ombra di un terrapieno,
con un sole che fa scricchiolare spighe,
sono qua che aspetto che mi passi,
perché non voglio perdere la giornata,
una giornata di paga!
Ma la febbre sale:
bisogna andare a casa
nel cuore del mezzogiorno
con un sole che ti stordisce.
I compaesani mi guardano
dispiacenti ad andar via.
Signore, è proprio sudato
il nostro pane!

Walter Rogato
(Traduzione E.Fantin)

(Da: Epoca in bianco e nero, pag. 80, edizioni la bassa- cataloghi/2, 1983)

Parlare della malaria oggi nel nostro territorio sembra una parola ormai sconosciuta, purtroppo è una malattia che ancora uccide 2 milioni di persone l'anno, soprattutto bambini sotto i cinque anni e donne incinte.

Il 25 aprile si celebra la giornata mondiale contro la malaria e il Cesvi (Cooperazione e Sviluppo), una organizzazione umanitaria italiana, si propone di debellare questa malattia che uccide ogni 30 secondi un bambino.

Dal 2007 ad oggi l'ONG italiana ha distribuito 150mila zanzariere impregnate di insetticida di lunga durata (dai 3 ai 5 anni) e altre 70mila verranno distribuite nel corso del 2012.

Nella Repubblica Democratica del Congo i casi di malaria si sono triplicati dal 2009 e “urge una risposta d'emergenza per fermare la grave epidemia”. A lanciare l'allarme è l'organizzazione medico-umanitaria internazionale Medici Senza Frontiere (MSF).

Nel 2009, MSF ha curato più di 45mila persone con la malaria. Nel 2011, sono stati trattati più di 158mila casi. Finora, nel 2012, più di 85mila. Dall'organizzazione arriva l'esortazione al governo congolese e alle altre organizzazioni sanitarie a “prendere misure rapide e sostenibili di prevenzione e trattamento per combattere questo flagello”.

Il 2 gennaio 1960 il famosissimo ciclista Fausto Coppi (1919-1960) moriva di malaria, malattia contratta nelle settimane precedenti in Alto Volta (oggi Burkina Faso), paese africano dove si era recato per partecipare a una gara e a una battuta di caccia. Coppi era stato affetto dalla malaria in seguito alla puntura di un insetto, e il grave ritardo con cui i medici italiani gli diagnosticarono la malattia gli fu fatale. La morte del campione destò l'attenzione internazionale rispetto al problema della diffusione della malaria, che persino in un paese come l'Italia nel 1960 mieteva ancora molte vittime.

La prima forma di contrasto alla malaria è rappresentata dall'isolamento della zanzara responsabile del contagio, la quale prolifica negli ambienti acquitrinosi e paludosi.

Lo stesso nome della malattia denuncia il suo legame profondo con l'insalubrità dell'ambiente: «mal-aria». È quindi evidente che sono state le bonifiche e le conseguenti riduzioni degli ambienti paludosi il più valido contrasto alla persistenza della malaria, come dimostrato dal caso dell'Italia meridionale, dove la malattia è andata progressivamente scomparendo parallelamente all'avanzamento del processo di bonifica.

E così dobbiamo dire che la malaria è stata sconfitta anche nella nostra zona grazie alle grandi opere di bonifica eseguite negli anni Venti del secolo scorso. Oggi è facile criticare il passato e degli errori fatti in seguito ai processi di trasformazione del territorio, ma chi critica avrebbe dovuto trovarsi in quei tristi periodi dove le povertà sommate alle difficoltà di vita e alla carenza sanitaria del tempo non davano scampo alle scelte: solo così il “critico”, attraverso la sofferenza della propria pelle, potrebbe capire ed entrare nel merito della coscienza che tutti quei lavori non furono vani per la salute dell'uomo.

Uomini, come l'ufficiale sanitario del Comune di Latisana, il dottor Giovanni Guiotto, sempre in prima linea a sorvegliare l'andamento della salute pubblica, sosteneva la tesi dell'illustre professore Vittorio Ascoli (1863-1931), incaricato di ordinare la scuola superiore di malariologia in Roma, nel discorso per l'inaugurazione del 1° Corso:

“… il perno del movimento antimalarico si è spostato: dall'uomo è passato all'ambiente esterno: per sradicare la malaria da una regione l'uomo ne trasformerà le condizioni geofisiche, specialmente in rapporto alla disciplina delle acque….

L'uomo che con il suo sforzo avrà, per così dire, cambiato la faccia della terra, si sarà in compenso liberato dalla malaria e guadagnata una salute che gli darà la gioia della vita e del lavoro”.

Ai giorni nostri apprendiamo che finalmente un vaccino contro il paludismo, testato presso l'Istituto svizzero tropicale e di salute pubblica a Basilea, attivo da più di vent'anni nella ricerca sul vaccino contro la malaria è a portata di mano.

Ci sono voluti 40 anni di ricerca e test clinici. Anche se si è ancora lontani dalla sconfitta della malaria, gli scienziati sono almeno riusciti a provare che è possibile ordinare al corpo umano di uccidere il parassita.

È chiamato RTS, S. Tra la ventina di possibili vaccini contro la malaria, è quello più avanti nei test. Al momento 16.000 bambini in età tra i cinque e i diciassette mesi partecipano ai test clinici della fase 3 in sette paesi africani. I primi risultati mostrano una riduzione di circa il 50% dei rischi di contrarre la malattia.

Bill Gates ha scelto di impegnarsi sul terreno della lotta alla malaria usando il proprio patrimonio per risolvere questa sfida globale e promuovere il benessere collettivo.

Come si vede, la lotta contro la malaria continua.

Riportare oggi alla memoria di quanto la malaria ebbe ad imperare nella nostra zona della Bassa friulana, comprese le lagune di Grado, Marano e Caorle non è cosa inefficace, soprattutto per le nuove generazioni che vedendo oggi le belle città turistiche di Grado, Lignano, Bibione e Caorle, certamente non sarebbero sorte se i territori non fossero stati bonificati dalle acque stagnanti delle paludi.

Richiamare oggi il tema della “malaria” in questa nuova pubblicazione è uno studio propedeutico e utile: ci fa capire meglio cosa hanno fatto i nostri padri nelle loro vesti di braccianti e scarriolanti, immersi nel fango per sanificare il territorio e soprattutto per guadagnarsi quel tozzo di pane supersudato. Questo saggio non è un romanzo, ma è pura realtà dove a parlare sono i documenti inediti d'epoca e principalmente le immagini di quel periodo, dove ci vengono mostrati questi poveri cristi, con la schiena piegata e sprofondati nella melma, intenti a spalare il pantano dai canali collettori.

Un ringraziamento doveroso va, pertanto, ai coautori e a tutte le persone che hanno collaborato mediante la fornitura di documenti e materiale fotografico, in particolare il Consorzio di Bonifica della Bassa friulana di Udine.

La bassa si augura che questo libro, come d'altro canto gli altri già editati, possano essere utilizzati ampiamente anche nelle locali scuole, affinché i lettori serbino nel loro cuore la Storia dei nostri Padri e della nostra Terra.

Latisana, 10 agosto 2012.

Enrico Fantin
presidente associazione culturale
“la bassa”

Immagini tratte dal libro next